La piaga dell’amianto

By intothepot, 12/19/2013

Sono reduce da una lettura di un articolo riguardante l’amianto, che si cela dietro gli stabilimenti di Melfi del colosso Barilla. L’articolo è stato scritto dal giornalista e fotografo Gianni Lannes. La sua interessante biografia la potete trovare su Wikipedia.

Questo è il link dove troverete l’articolo integrale: http://congiannilannes.blogspot.it/2010/09/barilla-amianto-perdere.html

Come assaggio ho prelevato alcuni paragrafi e ve li riporto qui sotto. Lannes, attualmente sotto scorta, descrive in prima persona le telefonate ricevute e le peripezie fatte per portare avanti la sua inchiesta. I paragrafi sono tratti dal suo blog. E’ un articolo dell’ormai lontano Settembre 2010, ma è attuale come non mai. Il suo blog è stato oscurato due mesi dopo; Lannes sostiene che sia stata proprio la Barilla a richiedere tale procedura, direttamente al provider del sito. Perché un sito dovrebbe essere oscurato? Chi aveva interesse?

Barilla o non Barilla, oramai i danni dell’amianto sono sotto gli occhi di tutti. E’ stato utilizzato, sfruttato, impiegato dappertutto facendo finta di niente, ignorando la sua pericolosità. Migliaia di persone sono morte ed ancora, dopo anni, continuano a morire. Si muore per l’incoscienza, l’avidità e l’imprudenza di persone senza scrupoli.

Nel bene o nel male, mi sono sentita di condividere questa mia lettura con voi, sperando che continueremo ad informarci insieme.

Arielle T.

 

Gianni Lannes: “Le merendine più famose d’Italia ma i tetti della fabbrica sono fatti di pericoloso amianto, una sostanza cancerogena messa al bando nel Belpaese dalla legge 257 del 27 marzo 1992.

(…)

Addirittura un regio decreto del 1909 fa presente di prestare attenzione alla “lana di salamandra”. La caratteristica filamentosa dell’asbesto è anche la causa della sua pericolosità; il problema è che, a lungo andare, questo minerale si sfibra dando origine a piccolissime scaglie invisibili all’occhio umano. I frammenti polverulenti ed estremamente volatili, possono, una volta respirati, provocare forme tumorali alle vie respiratorie anche a distanza di decenni. Per i proprietari è un impianto all’avanguardia: «A Melfi (PZ), gioiello industriale e tecnologico del Sud Italia, dove produciamo anche biscotti e pani morbidi, è installata invece la linea di produzione di fette biscottate più grande d’Europa» si legge nel sito online del gigante agroalimentare. Proviamo ad entrare per visionare anche le coibentazioni interne, ma il portiere, in un pomeriggio assolato, scaccia scortesemente il cronista all’ingresso: «Questa è proprietà privata se ne vada». E il direttore non risponde al telefono. Con tanti saluti ai principi aziendali: «coerenza, trasparenza e rispetto debbono guidare ogni decisione e comportamento».

(…)

Alle 20,28 il portatile trilla ancora. Dall’altro capo del telefono si presenta il poliziotto della mattina. Si chiama Antonio Pennella. In sostanza mi chiede di chiudere un occhio sull’amianto fuorilegge della Barilla.

(…)

Di contaminazione si continua a morire. L’amianto è costituito da fibre piccolissime e leggere, che si depositano su bronchi e polmoni producendo effetti devastanti a distanza di decenni. Il mesotelioma, tumore che colpisce il rivestimento dei polmoni (pleura) e degli organi addominali (peritoneo), può colpire dopo quarant’anni, e uccidere in nove mesi. E non è l’unica conseguenza mortale. C’è anche l’asbestosi (formazione di cicatrici fibrose sul tessuto dei polmoni, che riducono fortemente le capacità respiratorie) e il carcinoma polmonare. Un nemico invisibile ci assedia. E’ l’amianto. Nome tecnico asbesto, dal greco “incorruttibile”, inestinguibile, indistruttibile”.

L’amianto è ovunque, e fa male. Agli esseri umani e all’ambiente. C’è il dramma umano: 5 mila morti all’anno in Europa, destinati quasi a raddoppiare ogni 12 mesi. Le persone in attesa di risarcimento (le richieste di riconoscimento, quasi tutte di prepensionamento, per esposizione all’amianto presentate all’Inail sono quasi 300.000).

(…)

Le pressioni a suon di dollari dei potentati in campo rappresentano una minaccia per l’obiettività delle organizzazioni scientifiche internazionali. Infatti, avverte lo studioso Barry Castleman «sono stati compiuti ingenti sforzi da parte dell’industria dell’amianto per fare in modo che documenti favorevoli ai propri interessi fossero pubblicati come rapporti ufficiali dall’International Program on Chemical Safety, dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’International Labour Office».

 

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