Perchè?

By intothepot, 11/30/2013

Attenzione: questo è un blog (la parola “blog” nasce, come spiega Wikipedia, dalla contrazione di “web-log”, ovvero “diario in rete”) quindi quanto segue è stato scritto tenendo conto di nessuna regola, perciò quello che leggete è puramente pensiero della creatrice unica di questo sito, senza diplomazia tipica dei giornalisti e senza critiche (o almeno ci provo) tipiche di qualcun altro.

Ora che che si avvicina il Natale, ho notato che iniziano ad esserci molti spot televisivi che invitano alla donazione di qualche euro per una qualche causa benefica. Lasciando stare, almeno per il momento, la lunga lista delle ONLUS truffaldine, ovvero tutte quelle associazioni “no profit” che usano in modo improprio le donazioni (eh sì, qui ho voluto fare la diplomatica), ho deciso di mettermi a scrivere qualche riga, giusto per fare un po’ di ordine nella mia testa, non per darmi delle risposte, ma almeno per sistemare le domande.

E’ Natale e presumo che dovremmo essere tutti più buoni, o almeno così si dice, ma scusate, che facciamo durante il resto dell’anno?  Tutta la cultura capitalista ci ha dato alla testa?  Ci ha fatto proprio male nascere nell’era del consumismo.

Una volta non si diceva che le cose che abbiamo assumono valore solo se condivise? Oppure è solo una vocina nella mia mente? Mmmm bel quesito e se questo fosse vero, perché spendiamo 200 Euro per un telefonino e magari inviamo solo 5 Euro alla Onlus di turno?

No, scusate, avete ragione, forse è solo un mio problema, ma a me sembra che a nessuno frega un cazzo se “correva l’anno 2013 e ancora ci sono bambini che muoiono di fame”. Frase retorica, inizio a dare segni di moralismo?

Perché dobbiamo avvicinarci a combattere per una giusta causa soltanto a problema esploso? Perché, se non è toccato a noi, non diamo un aiuto a chi invece è toccato? A chi è toccato nascere con un handicap, a chi è nato povero, a chi è malato o a chi non ha nulla, nemmeno l’acqua potabile, a chi ha un figlio con la sindrome di down. Perché non pensare agli altri sempre, e non invece solamente quando “ci tocca”?

A volte mettiamo così tanti “ma” davanti ad un’azione che finiamo per non farla. A volte, quando ci fa comodo, diciamo che “le piccole azioni, quelle quotidiane, sono importanti”, ma poi arriva un altro momento, dove ci fa comodo un’altra cosa e diciamo “sì ok, ma tanto la mia piccola azione è di valore irrisorio, mica salverà il mondo”. Per caso, sono scuse per non fare?

Per non parlare dei tanti impegni personali che ci vietano o ci giustificano o ci indispongono a fare qualcosa per gli altri, tipo: “scusate, ho un esame domani, possiamo spostare la manifestazione alle 11:30? C’è lo sciopero dei mezzi? Oh mio dio, non ho risposto perché facebook non mi ha funzionato, ho il parrucchiere, dio mio, il dentista, ma cavolo, devo andarmi a comprare delle nuove ballerine? Senti, ma vado bene se vengo vestita così o mi cambio? Eccetera eccetera eccetera” Piccola digressione folcloristica, ma vi posso assicurare, più che realistica.

A volte penso che abbiamo dimenticato, se mai una volta lo avessimo saputo, che dare e condividere sono due verbi che regalano, all’anima di chi li mette in atto, un sentimento senza paragoni.

Non voglio dire alle persone cosa fare, perché in fondo, chi veramente fa e vuole fare, lo fa e basta, giusto? Internet, come dico sempre, è pieno di informazioni, miliardi di bilioni di notizie, quindi chi vuole fare sa come fare: sit-in, stand up e annessi e connessi. Non è certo intothepot l’artefice di petizioni serie ed interessanti che aiuterebbero a cambiare le cose. Le petizioni non sono nemmeno la punta dell’iceberg, vi prego se avete una causa che vi sta a cuore, fatevi avanti, non aspettate che lo facciano gli altri.

todo_thumbIl “fare”, nel proprio piccolo, scelte giuste è importante. Fare scelte giuste fa del bene a noi e alle generazioni future, mentre, come ovvio che sia, essere gli artefici di scelte sbagliate porta problemi, soprattutto alle generazioni più giovani, perché i problemi prima o poi degenereranno e saranno incontrollabili. Avete mai sentito parlare di inquinamento dei mari, di popolazioni intere malate di tumore per colpa dei pesticidi e di politiche agricole sbagliate delle multinazionali quali la Monsanto e di tante altre? Vogliamo poi parlare di politica sanitaria? Ma vi informate sulle cose che vi prendete per il mal di testa, vi informate prima di prendervi una pillola miracolosa cancella-dolore? Sapete cos’è, anche semplicemente, il paracetamolo? Sapete quanti bambini si sono ammalati per averlo preso? No, non è allarmismo, è solo un consiglio: informatevi sempre, sempre e comunque e non fermatevi mai alla prima risposta che trovate, c’è sempre altro e tanto altro da sapere.

Non faccio prediche, ma prima di lamentarci della vita, almeno evitiamo di avere in mano un Iphone o di indossare un paio di jeans da 50 Euro, che ne dite?

Alla prossima,

Arielle T.

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