Non fumo, grazie!

By intothepot, 04/26/2015

La fonte a cui ho attinto, per la stesura di questo articolo, è la seguente:

“Cannabis: dati pesanti sulle droghe leggere”

Ecco alcune nozioni di cui sono venuta a conoscenza. Buona lettura.

Il restringimento dei neuroni e la frammentazione del DNA nell’ippocampo, con la conseguente morte cellulare, sono le ripercussioni causate dal principio attivo della cannabis. L’esposizione ai fitocannabinodi, in giovane età, condiziona gravemente la sopravvivenza e la maturazione delle cellule nervose.

L’uso di cannabis è pericoloso per la materia bianca cerebrale e grava sulla connettività delle fibre assonali, la quale risulta essere danneggiata in diverse aree, fra cui fornice e splenio del corpo calloso. L’alterazione e il danneggiamento della connettività cerebrale, secondo molti studiosi, potrebbero essere causa di deficit cognitivi, disturbi psicotici, depressivi e d’ansia, che spesso coinvolgono i fumatori di cannabis. Durante l’utilizzo di quest’ultima, l’attività cerebrale si presenta scoordinata ed approssimativa, con conseguenti disturbi neurofisiologici e comportamentali, che somigliano a quelli legati alla schizofrenia.

Altre ripercussioni negative sono: deficit nell’attenzione, nell’apprendimento, nella memoria, nella flessibilità mentale e nella velocità di processamento delle informazioni.

Più giovane è l’età in cui si inizia ad utilizzare cannabis e più gravi e profonde sono le conseguenze cognitive a cui si va incontro.

Dopo la cessazione di consumo di cannabis, non viene ripristinato il corretto funzionamento neuropsicologico. L’uso continuo e persistente di questa sostanza, specialmente in età precoce, comporta un declino delle funzioni neuropsicologiche, le quali non si ripresentano, nemmeno con la sospensione del consumo della materia incriminata.

L’utilizzo di cannabis, in età adolescenziale, guasta la capacità dei neuroni di svilupparsi in maniera appropriata. Vi è un anello conduttore fra l’uso quotidiano di cannabis e la comparsa di disturbi e malattie, come la depressione.

Il business che si cela dietro la cannabis è abnorme e le paroline magiche “interesse economico” sono sufficienti a giustificare la grande voglia di classificare, come leggera, una droga come questa appena descritta.

Cosa ne pensate della liberalizzazione delle droghe leggere? Siete a favore o contro? Pensate che possa essere una buona soluzione oppure non crediate sia una cosa giusta quella di liberalizzare una droga, che sia essa definita leggera o pesante? Credete nella distinzione fra pesante e leggera? Oppure una droga rimane sempre una droga?

Per quanto mi riguarda, io sono favorevole all’uso della cannabis in campo medico, laddove essa possa apportare reali benefici ai pazienti, laddove vi sia una vera necessità a livello terapeutico, una reale esigenza curativa del soggetto. E’ dimostrato che il Thc abbia proprietà analgesiche ed anche che possa avere effetti positivi sul trattamento di alcuni tipi di tumore. Informatevi, circolano tanti articoli nel web, articoli che trattano questo particolare aspetto della cannabis. E’ un tema delicato, di cui sapere qualcosa in più non farebbe male. Per tutto il resto, credo che fumare cannabis sia un modo insulso e squallido di passare il sabato sera.

Arielle T.

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