Pensieri vagabondi: informazione illusoria. Parte I

By intothepot, 01/31/2015

Ecco un articolo confusionario ed arrangiato, per tirare fuori alcuni pensieri che ho accumulato ultimamente e che tenterò di approfondire più avanti, per ora sono solamente in vena di usare questo spazio per scrivere ciò che mi vaga per la testa e per coloro a cui “Into the pot” non giunge nuovo sapranno già che non sarà né qualcosa di facile né qualcosa di comodo. Sconsigliata la lettura ai puritani, agli ipocriti, ai perbenisti ed ai conformisti, categorie di persone da cui, per quanto mi sia possibile dato la loro altissima percentuale demografica, cerco di stare alla larga.

In questa moltitudine di mezzi cosiddetti “d’informazione” si trova di tutto, tranne l’informazione. Si confonde, intenzionalmente, la cronaca nera con l’informazione nazionale, che magari sarebbe migliore se fosse riguardante lo stato (dis)occupazionale dei cittadini, i svariati problemi sociali che ci circondano e ci riguardano, altrettanto quelli sanitari, i deficit economici senza capo né coda che ci vengono proposti e che pesano sulle spalle sbagliate. Insomma, argomenti un pochino più improntati sull’informazione “generale” e non generalista.

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Il telegiornale vuole alto lo share ed un bambino ritrovato in un pozzo, in Italia, te ne porta davvero tanto. In una società dove tutto è merce e dove tutto è vendibile, anche i mezzi informativi si vendono. Il telegiornale, per esempio, non deve informare, ma vendere notizie e, quindi, venderà la morte di un bambino e la scomparsa di una mamma. La mera cronaca nera non è d’interesse nazionale, potrebbe diventare tale se in un caso di omicidio vi fosse un giudice che si rivelasse esser corrotto ed allora potrebbe essere giusto che la nazione sia informata di un fatto legato ad un sistema giudiziario scorretto e ciò potrebbe essere, quindi, considerato uno spunto di discussione sociale, ma la discussione, se non quella di basso rango, non è voluta dallo spettatore o dal lettore che prediligono, invece, discussioni futili, frivole e spesso macabre. Ammetto, però, che la colpa non è unilaterale, bensì bilaterale, dato che il fulcro di tutto va ricercato nel mezzo informativo in sé, che viene manipolato ad hoc, per addormentare i cervelli, ovviamente a coloro i quali ne sono in possesso, molti italiani, ahimè, ne sono miserabilmente privi.

La facciata dell’informazione “leggera” nasconde un non leggero scopo di farci assopire, non in un sonno di qualche ora (cosa che a volte potrebbe giovare), ma in sonno perenne, atto a distogliere l’attenzione dai giochi di prestigio che vengono fatti alle nostre spalle da banchieri massoni e politici rappresentanti di interessi economici non certo sociali e, gioco dopo gioco, non saremo più cittadini, ma sudditi.

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A proposito di libertà, vorrei scrivere due paroline a chi confonde la libertà d’opinione con l’espressione di un concetto talmente stupido da essere liberticida. Libertà d’opinione non vuol dire esprimere concetti a minchia (concedetemi licenza poetica).

La libertà di esprimere pareri ed opinioni personali viene spesso confusa, sfigurata e deturpata del suo vero significato e così assistiamo ad un progressivo sdoganamento di espressioni e di pensieri oggettivamente errati, della serie “tutto è lecito, perché sono libero”. La libertà d’opinione non è illimitata, ma deve avere fine quando inizia a ledere la libertà e la sensibilità altrui.

La televisione, il più grande mezzo di “ninna nanna” sociale e di deviazione del pensiero di massa di tutti i tempi, continua a regalarci tanta immondizia volta all’intrattenimento sfrenato ed alla blanda informazione. L’immondizia mediatica non è facilmente smaltibile dal nostro cervello, quindi andrebbe eliminata dalla nostra dieta informativa.

Diversi giorni fa, un programma, mandato in onda sulla rete nazionale, era finalizzato a rassicurare la popolazione sui vaccini e sulla loro estrema necessità. Gli autori, però, si dimenticarono di spendere due parole sulla loro composizione. Omettere la composizione di un vaccino (per esempio, di un vaccino antinfluenzale), invitando però a sottoporvisi, è indecente e sleale ed equivale a vendere un prodotto senza la lista degli ingredienti. Spot disinformativi dell’AIFA è tutto quello possiamo avere? La trasparenza medica è talmente trasparente da non essere visibile.

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[Mini digressione: Programmi di cucina dove vengono gettati a terra alimenti e piatti culinari al fine di divertire il pubblico a casa, per poi, subito dopo, mandare la réclame che invita a donare denaro all’associazione umanitaria di turno è tristemente ironico e beffeggiante.]

Non sopporto la tecnica televisiva/politica della strumentalizzazione di un fatto reale per trasformarlo in show, allo scopo di non porre attenzione al fatto stesso e di circoscriverlo in un perimetro di mero spettacolo.

L’informazione e lo show sono due cose ben distinte con finalità, giustamente, diverse e la loro fusione non porta a nulla di buono, se non ad un intenzionale distoglimento di concentrazione dalla notizia stessa ed alla conseguente mancanza di riflessione e discussione di quest’ultima.

Avevo intenzione di fare una poltiglia di informazioni, ma dato che tratto argomenti di così grande portata, con molteplici fattori causa-effetto, mi sono ritrovata a scrivere, in gran parte, della sfera mediatica che cerca di assoggettarci.

A presto, con la seconda parte! Vi lascio con una massima di A. Einstein: “Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.”

Arielle T.

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