Il bracconaggio e gli infami

By intothepot, 11/24/2013

Come ogni mio articolo, anche questo è stato ispirato da qualcosa che ho sentito accidentalmente in televisione e che mi ha fatto arrabbiare tantissimo; non è che fosse un fatto a me sconosciuto, ma, come tutte le cose negative, ogni volta che ne sento parlare mi sale un bel po’ di rabbia, come se fosse la prima volta che le sentissi.

Il programma in questione è “Life: Uomo e Natura” condotto dal biologo e divulgatore scientifico italiano Vincenzo Venuto, il quale ha parlato, per qualche minuto, del bracconaggio. Il significato della parola “bracconaggio”, in tutte le sue forme, lo si può trovare nell’enciclopedia online Wikipedia, che spiega molto dettagliatamente cosa si intende definire con tale termine. Facendo la “politically correct” io riassumerei così: si definiscono “bracconaggio” tutte quelle attività di caccia e pesca svolte violando le normative vigenti.

Il bracconaggio porta con sé cifre importanti, che si aggirano fra i 18 ed i 26 miliardi di Euro l’anno e  quindi si classifica al quarto posto, su scala mondiale, come una delle attività illegali più remunerative.

Torniamo al biologo Venuto, il quale, nella puntata di oggi, ha incontrato un rinoceronte a cui era stato tagliato il corno, ma non da un bracconiere, perché se fosse stato così il rinoceronte in questione non sarebbe ancora in vita, ma gli era stato tagliato proprio per tentare di scoraggiare i bracconieri dall’ucciderlo, ma c’è ancora un altro “ma”, perché, come ha spiegato il biologo, il taglio del corno non è una pratica che funziona, innanzitutto perché il corno ricresce lentamente, in secondo luogo, perché alcune parti del corno rimangono attaccate all’animale e quindi questo non scoraggia l’infame bracconiere dal togliergli la vita ed in terzo luogo, perché, nella maggior parte dei casi, il bracconiere che pedina un mammifero per togliergli il corno, non accetta il fattore “perdita di tempo” e quindi lo uccide lo stesso. Eh sì, infami fino in fondo. Un altro elemento da non sottovalutare è che il rinoceronte a cui viene tagliato il corno, per cercare di proteggerlo, avrà una vita sociale difficoltosa e problematica proprio per questa sua mancanza e quindi non potrà riprodursi, aumentando il rischio di estinzione della sua specie. rinoceronte-e-piccolo1

Nel solo 2013 sono stati massacrati 700 rinoceronti, un dato che fa venire i brividi anche solo a scriverlo.

E’ inutile dire che infami non sono solo i bracconieri, perché, come in ogni mercato e come in ogni economia che gira, alla base ci sono gli acquirenti, perché senza domanda non c’è offerta, quindi infame anche chi compra e chi contribuisce, senza scrupoli, a far muovere questo mercato di sangue.

Arielle T.

 

 

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